Cronaca

Valsusa, torna la truffa del “finto ricovero”: allarme per gli anziani presi di mira

Nuovo allarme in Valsusa per la truffa del “finto parente in ospedale”. Gli anziani restano il bersaglio preferito dei truffatori.

Una telefonata improvvisa, la voce concitata di uno sconosciuto, la notizia di un familiare in ospedale.

In pochi minuti, la paura prende il sopravvento, la lucidità svanisce e il truffatore entra in azione.

È la variante del “finto parente in pericolo”, tornata a colpire anche in Valsusa.

Ma questa volta qualcosa è andato diversamente: una donna è riuscita a smascherare i malintenzionati. Come funziona la truffa e come difendersi.

Truffa emotiva: quando la paura diventa un’arma

Negli ultimi mesi la Valsusa è tornata nel mirino dei truffatori che, con metodi sempre più subdoli, sfruttano le emozioni per confondere le vittime. Il copione è ormai collaudato: una telefonata urgente, una voce che si finge parente o medico, la richiesta di un aiuto immediato per un presunto ricovero o incidente. Bastano pochi istanti di panico per spingere le persone, soprattutto gli anziani, a compiere gesti dettati solo dalla paura.

Questo tipo di truffa, noto come “finto parente in pericolo”, si alimenta dell’istinto di protezione familiare. Le vittime vengono spesso scelte tra chi vive solo o è più vulnerabile. In questi casi, la rapidità dell’inganno è l’arma principale: il truffatore non lascia spazio al dubbio, incalza con dettagli inventati e gioca sul tempo per impedire di riflettere o verificare la notizia. Come difendersi?

Truffa chiamata (Canva) Valsusanews.it

L’appello delle Forze dell’ordine: “Verificare sempre, mai fidarsi”

L’ultimo episodio registrato a Susa si è concluso fortunatamente senza conseguenze. La donna, contattata da un sedicente operatore che le annunciava il ricovero d’urgenza della figlia, ha avuto la prontezza di contattare direttamente la ragazza, scoprendo subito l’inganno. Un gesto semplice, ma fondamentale, che ha evitato il peggio. Le Forze dell’ordine invitano tutti i cittadini, in particolare gli anziani, a non cedere all’agitazione e a verificare sempre le informazioni ricevute. In caso di dubbi, la regola è una sola: interrompere la chiamata e contattare subito familiari o Carabinieri al 112.

È importante, inoltre, parlare di questi episodi in famiglia e nei centri per anziani, per diffondere consapevolezza e ridurre le possibilità di cadere vittima di frodi. La Valsusa, come tante realtà di provincia, può contare su una forte rete comunitaria. E proprio questa vicinanza, fatta di attenzione e dialogo, resta il miglior scudo contro chi tenta di approfittarsi della fiducia e della fragilità delle persone. Restare informati, non isolarsi e reagire con lucidità: così si spezza la catena delle truffe.

Barbara Guarini

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