Ultimi giorni per il 730 precompilato | Se lo dimentichi, becchi da 25 a 1.200€ di multa immediata

730 Dichiarazione dei Redditi

730 Dichiarazione dei Redditi (Depositphotos) Valsusanews.it

Manca pochissimo alla scadenza per il 730 precompilato 2025: chi ritarda rischia multe salate e rimborsi fiscali posticipati.

Ogni anno la dichiarazione dei redditi torna a bussare alle porte dei contribuenti italiani.

Quest’anno, però, la scadenza si avvicina più rapida del previsto.

Tra dubbi, corse contro il tempo e rischi concreti di sanzioni, cresce l’ansia dei ritardatari.

Cosa succede se non si invia il 730 entro i termini stabiliti? Le conseguenze possono essere pesanti.

Perché la scadenza del 730 è cruciale per dipendenti e pensionati

Il Modello 730 precompilato rappresenta per milioni di lavoratori e pensionati italiani il principale strumento per regolare i conti con il Fisco. A differenza di altre dichiarazioni, offre il vantaggio di essere già predisposto dall’Agenzia delle Entrate con i dati a disposizione, riducendo errori e semplificando la procedura.

Tuttavia, ogni anno la vera sfida non è compilare il modello, bensì rispettare le tempistiche. La data fissata per il 2025 non lascia margini: superarla significa aprire la porta a multe e ritardi nei rimborsi. Non si tratta solo di un adempimento burocratico, ma di un passo fondamentale per evitare sanzioni economiche e per poter ricevere, nei tempi previsti, eventuali somme spettanti.

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730 (Depositphotos) Valsusanews.it

Scadenze, multe e rimborsi: cosa sapere prima del 30 settembre

Mancano pochi giorni alla scadenza ufficiale per l’invio del 730 precompilato 2025: martedì 30 settembre è il termine ultimo per mettersi in regola. Chi non rispetta la scadenza rischia una sanzione che parte da 25 euro e può arrivare fino a 1.200 euro, a seconda del ritardo e delle imposte dovute. Se la dichiarazione arriva entro 90 giorni dalla scadenza, il modello è considerato “tardivo” e la multa è ridotta a 25 euro. Superato questo limite, però, diventa “omessa”: in quel caso le penalità salgono fino al 120% del dovuto, con un minimo di 200 euro. Meglio dunque inviare in ritardo che non inviare affatto, perché l’omissione costa molto di più.

Chi invia a settembre deve anche considerare un altro aspetto: i rimborsi fiscali arriveranno più tardi. Per i lavoratori dipendenti sono attesi con la busta paga di dicembre, mentre per i pensionati Inps l’accredito è previsto nello stesso mese. La scadenza, quindi, non è solo una formalità: rispettarla significa evitare multe e ricevere per tempo i rimborsi attesi. Per evitare problemi, controlla attentamente i dati già inseriti, soprattutto spese mediche e detrazioni per familiari a carico. Conserva sempre ricevute e documenti fiscali per eventuali verifiche future. Se non sei sicuro delle voci da includere, affidati a un CAF o a un commercialista di fiducia.