Primo prelievo multiorgano all’Ospedale di Susa: la Val di Susa diventa simbolo di rinascita

Sala chirurgica

Sala chirurgica (Immagine illustrativa Canva) valsusanews.it

A Susa, il primo prelievo multiorgano e di tessuti segna una svolta per la sanità: un gesto di altruismo che riaccende speranza e futuro.

Quando una comunità si ritrova attorno a un gesto di generosità, la cronaca smette di essere solo notizia e diventa racconto di rinascita.

In Val di Susa, un evento sanitario ha acceso una luce nuova su un presidio di valle e sulla rete piemontese che lo sostiene.

Protagonisti: medici, infermieri, coordinatori e, soprattutto, una scelta altruista che ha trasformato il lutto in possibilità.

È la storia di un primo traguardo che apre scenari concreti per molti pazienti, oggi e domani. Un futuro pieno di speranza che si trasforma in certezza grazie all’altruismo di alcune persone e alla competenza dell’equipe medica. Ecco i fatti.

Perché questo traguardo conta per la comunità e la sanità piemontese

Un prelievo multiorgano realizzato in un ospedale di valle non è soltanto un atto clinico: è la dimostrazione che la sanità territoriale può essere vicina, efficiente e capace di fare rete. La Val di Susa vede riconosciuto il proprio presidio come snodo utile in percorsi complessi, dove coordinamento, tempi e competenze fanno la differenza.

Per i cittadini significa assistenza più accessibile e percorsi di cura più rapidi; per i professionisti è la prova che investimenti, formazione e standard condivisi portano risultati misurabili. L’evento valorizza la cultura della donazione di organi e tessuti e rafforza la fiducia nel sistema di trapianti del Piemonte. È anche un segnale di sviluppo: più casi gestiti in sicurezza generano competenze, protocolli e capacità di risposta che restano sul territorio. Un cerchio virtuoso che unisce umanità, organizzazione e visione.

Trasporto organi umani per trapianto Val di Susa
Trasporto organi umani per trapianto (canva) valsusanews.it

Cosa è successo a Val di Susa: tempi, équipe, organi e ricadute

Una notte di dolore e di rinascita all’Ospedale di Susa, dove è stato effettuato il primo prelievo multiorgano e di tessuti a scopo trapiantologico. La donatrice, una donna della Val di Susa in morte encefalica e favorevole alla donazione, ha reso possibile un intervento altamente coordinato. Sono stati prelevati fegato, reni e cornee: tre pazienti hanno ricevuto un’opportunità di vita nuova, mentre due persone potranno riacquistare la vista.

L’attività, iniziata nel pomeriggio e conclusa attorno alle 9 del mattino successivo, ha coinvolto équipe dedicate, il Centro Regionale Prelievi, il Centro Regionale Trapianti e il Coordinamento Prelievi dell’ASL TO3. Gli organi sono stati trasferiti con tempestività verso i centri trapianto competenti, assicurando la continuità del percorso clinico. Il risultato conferma l’efficienza della rete piemontese e mostra come la collaborazione tra strutture, protocolli chiari e logistica accurata possano trasformare un atto di generosità in una catena concreta di salvataggi. Un evento che segna l’inizio di una lunga storia di progresso, competenze e speranza per molti pazienti in lista di attesa.