Pensione per influencer: quale gestione INPS conviene davvero nel 2025? La soluzione migliore

Pensione per influencer (Canva) Valsusanews.it
Influencer e content creator, nuove regole INPS 2025: gestione separata, commercio o spettacolo? Quale scelta può essere più vantaggiosa.
Il lavoro digitale non è più solo passione: per molti influencer e content creator è diventato una vera professione.
Ma quando arrivano contratti, collaborazioni e compensi variabili, sorge spontanea la domanda: come funziona la pensione per chi lavora online?
Le novità introdotte dall’INPS nel 2025 hanno chiarito diversi aspetti, ma non hanno reso la scelta meno delicata. Gestione separata, commercianti o spettacolo: quale conviene davvero?
La risposta non è unica, perché dipende dal tipo di attività, dal volume dei guadagni e dalla continuità con cui si lavora. Scopri come creare la tua pensione nel modo migliore.
Content creator e influencer: cosa dice l’INPS
Con la circolare n. 44 del febbraio 2025 l’INPS ha definito il quadro previdenziale di chi lavora sul web. La figura del content creator è ufficialmente riconosciuta come chi realizza e diffonde contenuti digitali, che siano video, podcast, articoli o immagini, traendone un compenso diretto o indiretto.
L’inquadramento previdenziale varia però in base al modo in cui si svolge l’attività. Se un influencer lavora come libero professionista senza una vera struttura imprenditoriale, la collocazione naturale resta la Gestione separata. Quando invece l’attività si configura come un business organizzato, con mezzi e risorse dedicate, l’iscrizione corretta è alla Gestione commercianti. Diverso ancora il caso degli influencer impegnati in campagne promozionali e attività artistiche, per i quali è previsto l’inserimento nel Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo. Resta invece escluso da quest’ultimo il semplice endorsement, cioè l’abbinare la propria immagine a un prodotto senza un contributo creativo sostanziale: in questo caso continua a valere la Gestione separata.
Pensione influencer: aliquote e scenari possibili
Dal punto di vista economico le differenze sono importanti. La Gestione separata prevede un’aliquota poco superiore al 26% per chi non ha altre coperture previdenziali, ridotta al 24% per pensionati o iscritti ad altri fondi. Questo regime risulta spesso la scelta più pratica per chi lavora in maniera occasionale o con collaborazioni digitali saltuarie. Il Fondo spettacolo applica un’aliquota più alta, intorno al 33%, divisa tra datore di lavoro e lavoratore. È un sistema più oneroso, ma garantisce anche tutele specifiche tipiche del settore artistico e promozionale. La Gestione commercianti, infine, richiede circa il 24,5% dei redditi, comprensivi di contributi aggiuntivi per indennizzi legati alla cessazione dell’attività.
La convenienza varia in base alla carriera. Un content creator che guadagna in modo discontinuo e lavora prevalentemente online può trovare più vantaggiosa la Gestione separata. Chi invece prende parte ad eventi o produzioni artistiche dovrà orientarsi al Fondo spettacolo. E per chi ha trasformato la propria attività in un vero business, con merchandising e organizzazione imprenditoriale, la Gestione commercianti resta l’opzione naturale. In ogni caso non esiste una scelta valida per tutti. Analizzare la propria situazione con un consulente resta la mossa più saggia per non sbagliare e pianificare con consapevolezza il futuro previdenziale.