PENSIONE DI INVALIDITÀ, ora basta una sola scivolata per ottenerla | È dovuta intervenire la Corte di Cassazione
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Pensione di invalidità, basta una scivolata per ottenerla: ecco cosa sta succedendo, tutti i cambiamenti e i dettagli
La società moderna presuppone una miriade di cambiamenti che ne vale la pena sempre conoscere fino in fondo. Proprio per questo, in questo articolo abbiamo deciso di approfondire uno dei temi caldi e sempre attuali che regala sempre novità e sorprese: stiamo parlando della pensione di invalidità che, a quanto pare, basta una scivolata per ottenerla. Andiamo, però, ad approfondire l’argomento indicandovi ciò che sta succedendo, cosa potrebbe cambiare negli anni e in questi mese e perché è intervenuta addirittura la Corte di Cassazione.
La pensione di invalidità è sempre stata oggetto di cambiamento ma mai nessuno ha avuto la possibilità di avere ben chiara la definizione e tutto ciò che ne concerne. Infatti, proprio grazie al portale Inps, si chiarisce di cosa si tratta definendo che la pensione di inabilità non è altro che una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei soggetti ai quali sia riconosciuta una inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali), e che si trovano in stato di bisogno economico”.
La pensione solitamente viene corrisposta in 13 mensilità a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. L’importo della pensione, nel 2025, al momento è di 336 euro ma può aumentare con il tempo soprattutto con maggiorazione ex art. 70 legge 388/2000.
Andiamo a vedere la novità che la riguarda e che potrebbe fare la differenza: tutti i dettagli e le curiosità che si presentano davvero in maniera interessante.
Pensione di invalidità, la novità che lascia tutti senza parole
La novità che lascia tutti senza parole è proprio riguardante la pensione di invalidità e la battaglia per il riconoscimento di un diritto sacrosanto è proprio l’indennità di accompagnamento che fa riferimento agli anziani, persone con disabilità e non sia più grado di camminare in sicurezza. L’articolo 1 della Legge n. 18/1980 spiega con criterio come sia possibile richiedere “l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”.
La Corte di cassazione, con la sentenza n. 28212 depositata oggi proprio su una questione che riguarda una rottura al femore, riguarda principalmente una svolta che impone un cambio di rotta immediato all’INPS e ai tribunali. Infatti, ciò significa che in un caso specifico, il Tribunale di Macerata aveva stabilito una condizione chiara di: “deambulazione con appoggio e supervisione continua”.

Cosa afferma la Corte di Cassazione oggi
La Cassazione, nella sentenza 28212/2025 mette nero su bianco il principio logico che la burocrazia fingeva di ignorare. Per essere precisi, infatti, se una persona non può essere lasciata da sola mentre cammina, significa che non è autonoma.
Precisamente la Corte afferma che: “la supervisione implica necessariamente che l’attività in questione (deambulazione) non potesse essere compiuta in autonomia”.
