LETTERA APERTA - Al Sindaco e alla Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Avigliana.
Gentilissimi,
consapevole della diversità dei ruoli che rivestite per competenza e responsabilità, mi rivolgo a voi con la speranza che possiate collaborare per trovare una soluzione ad una questione di cui in pochi si stanno occupando, ma che rappresenta un rammarico diffuso nella comunità dei genitori, già manifestato attraverso i nostri rappresentanti scolastici, ma purtroppo senza esito alcuno.
Stiamo cautamente uscendo dall’incubo tremendo che è questa pandemia. Con l’auspicata gradualità e senso di responsabilità, ci stiamo riaprendo alla vita grazie allo sforzo di tutti i cittadini ed all’impegno profuso dalle istituzioni per far fronte a questi terribili tre mesi: si è pensato agli anziani, ai malati, ai lavoratori autonomi, ai dipendenti, alle chiese, ai turisti, agli ambulanti, alle passeggiate, ai parchi, agli animali domestici, a come andare al mare, all’economia nazionale e locale, alla scuola.
Guardando alla scuola è stato encomiabile lo sforzo di docenti e studenti per mantenere in piedi la didattica, seppur con i risultati più o meno apprezzati della DaD. Soprattutto, si è trovata la soluzione per sancire la fine dei cicli scolastici per i ragazzi di terza media e per i maturandi, momento importantissimo per i ragazzi, ma si è tralasciato un pezzo critico della nostra scuola e della società: i bambini di quinta elementare.
Loro, i più vulnerabili, i più silenziosi, i più piccoli, sono stati lasciati indietro perchè è stato negato loro - solo a loro - quell’essenziale rito di passaggio che invece è stato riconosciuto agli studenti più grandi. I nostri bambini non potranno mettere il punto e a capo, non potranno concludere la scuola elementare con il rito dell’ultimo giorno, non potranno salutare le loro maestre, la loro scuola, i loro compagni, il banco su cui hanno trascorso i 5 anni più importanti della loro infanzia. Questo sta accadendo in sordina, sotto gli occhi di tutti e nessuno se ne occupa, nè se ne preoccupa. E capisco bene che ci sono già tante altre questioni da risolvere, ma i nostri bambini non sono meno importanti e dovrebbero essere la nostra priorità. I bambini non fanno rumore politico, non riempiono le piazze, non muovono l’economia, ma noi abbiamo il dovere assoluto di tutelarli, ascoltarli ed occuparcene, come genitori e come istituzioni; perchè altrimenti quando tutti assentiamo animatamente dicendo che i bambini sono il bene più prezioso e sono il nostro futuro, ci riempiamo solo la bocca di vuota retorica e manchiamo alla nostra promessa più grande.
Per questo vi scrivo; tento questa ultima risorsa e spero che vogliate ascoltare.
Guardiamo alla nostra Avigliana: ogni scuola elementare è dotata di grandi cortili: davvero non si può gestire un ultimo saluto tra compagni di scuola e maestri? Davvero? 20 bambini in 500 mq di cortile? Davvero dobbiamo negare loro lo sguardo di incoraggiamento delle maestre con un metro di distanza in mezzo? Davvero non si può gestire che a due alla volta entrino in classe a dire addio al loro banco? Davvero non si può collaborare in una comunità piccola come la nostra affinchè si compia il ciclo, si chiuda il cerchio e si possa mettere il punto e a capo? Io non credo; credo invece che manchi la volontà di farlo, così come dimostrano quelle scuole in cui si è VOLUTO pensare ai bambini di quinta e che oggi sono su tutti i giornali, perchè con un piccolo sforzo hanno fatto in modo che si compisse l’ultimo giorno di quinta elementare. Loro, la promessa, la stanno mantenendo.
Noi no.
Cari Saluti
Loreta Lamargese