Ha confessato, il padre di Sempio è crollato | Dopo le ultime non ce la stava facendo più: le ultime parole chiariscono tutto

Caso Garlasco (web) - Valsusanews.it

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La quiete di una famiglia, dopo anni di silenzio e di incertezze, è stata spezzata da una verità inattesa. La confessione è finalmente arrivata.

Il muro di silenzi, costruito con fatica nel tempo, sembra essere crollato in un solo istante rivelando un segreto a lungo custodito.

Un resoconto che, come un pugno nello stomaco, svela una realtà che nessuno si aspettava.

Le ultime dichiarazioni, chiare e inequivocabili, hanno messo fine a un’attesa lunga e dolorosa.

A distanza di anni, la confessione che nessuno avrebbe mai immaginato è finalmente arrivata.

Le intercettazioni non lasciano scampo

È stato il padre di Andrea Sempio, Giuseppe Sempio, a crollare sotto il peso di mesi di indagini e nuove rivelazioni. Le sue parole, rilasciate nel corso di un’intervista televisiva, hanno fatto luce su dettagli a lungo avvolti nel mistero. Il punto cruciale della vicenda riguarda un appunto ritrovato: “Venditti gip archivia per 20-30 euro”. Dopo mesi di speculazioni e interpretazioni, la “confessione” del padre è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “A dire un motivo non me lo ricordavo,” ha ammesso, “poi mi è stato detto che forse erano soldi per le marche da bollo o forse soldi da dare agli avvocati per prelevare dei documenti per fare il loro iter”. Una versione dei fatti che sembra voler ridimensionare la portata di quell’appunto, ma che comunque ammette l’esistenza di pagamenti.

La famiglia Sempio ha sempre sostenuto di aver affrontato solamente le spese legali, ma l’indagine condotta dalla pm bresciana Claudia Moregola ha fatto emergere nuovi e inquietanti dettagli. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno rivelato conversazioni di Giuseppe Sempio, che chiede aiuti finanziari e che si interroga su come far “girare i soldi”. In una di queste, risalente al 21 febbraio 2017, si sente il padre che parla di aver portato dei soldi per l’archiviazione. Frasi come: “Io sono andato su per portargli i soldi, erano l’unica cosa… per quello, se vuoi stare a casa stai a casa”, hanno attirato l’attenzione degli inquirenti. La pm Moregola si è chiesta il perché alcune di queste frasi non siano state trascritte. Una mancanza che ha fatto nascere l’ipotesi di una “corresponsione al procuratore aggiunto Venditti di una somma di denaro correlata alla archiviazione del procedimento”.

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La difesa dell’avvocato

L’avvocata Angela Taccia, che difende la famiglia, ha chiarito che il biglietto si riferiva unicamente alle “marche da bollo”. Una versione confermata anche dalla madre di Andrea, Daniela Ferrari, che ha dichiarato che si trattava solo di “spese legali”. Una spiegazione che non convince del tutto gli inquirenti, ma che per ora è l’unica linea difensiva. Nel frattempo, anche l’ex carabiniere Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma e consulente della famiglia Sempio, è stato travolto da nuove rivelazioni. È emerso un pagamento di 6mila euro da parte della famiglia, per una consulenza tecnica. “Ho emesso una fattura ai signori Sempio. Il pagamento è avvenuto con un bonifico e la fattura dell’aprile 2017 risulta di 6.344 euro”, ha detto Garofano.

La difesa di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, ha commentato con forza le nuove rivelazioni. “Quando si versano 43mila euro con assegni da parte di soggetti estranei, e poi si preleva una cifra uguale in contanti non credo sia una movimentazione normale”, ha sottolineato l’avvocato Antonio De Rensis. L’indagine, che prosegue con perquisizioni e accertamenti da parte di Guardia di Finanza e Carabinieri, punta a fare piena luce su tutte le movimentazioni finanziarie che hanno accompagnato le fasi più delicate del caso. Le indagini di Pavia mirano a svelare ogni dettaglio di una vicenda che, a distanza di anni, sembra essere ben lontana dalla sua conclusione.