“Ma non é divieto di sosta”, la multa é comunque da € 500 se lasci il veicolo in questo modo | Nuova stangata per gli automobilisti
Multa (Canva) Valsusanews.it
Non è un divieto di sosta, ma la multa può arrivare a 500 euro: ecco cosa hanno deciso i giudici italiani.
Sembra una storia di ordinaria burocrazia, e invece riguarda migliaia di cittadini.
Una nuova regola urbana sta facendo discutere da Nord a Sud del Paese.
Il caso è scoppiato in Sardegna, ma la sentenza vale ovunque.
E la sorpresa è che non si parla di auto, ma di qualcosa di molto più “leggero”.
Una multa che fa discutere in tutta Italia
Tutto comincia a Cagliari, dove un regolamento comunale ha acceso la miccia. La misura, nata per proteggere il decoro urbano e la sicurezza dei passanti, vieta di “legare o fissare veicoli” a pali, cancellate, lampioni o qualsiasi struttura verticale non destinata alla sosta. In caso di violazione, la sanzione può arrivare fino a 500 euro.
Le proteste non si sono fatte attendere. Diverse associazioni hanno accusato il Comune di introdurre un nuovo divieto di sosta mascherato, di discriminare certi mezzi rispetto ad altri e di imporre multe sproporzionate. Il caso è finito prima al TAR e poi al Consiglio di Stato. Entrambi i tribunali, però, hanno confermato la legittimità del regolamento, smontando una per una le obiezioni.

La decisione dei giudici e la rivelazione finale
Secondo le sentenze, non si tratta affatto di vietare la sosta: ciò che viene punito è l’“incatenamento selvaggio”. In altre parole, non puoi trasformare un palo o una recinzione pubblica nel tuo parcheggio privato, rovinando l’estetica della città. Nessuna discriminazione, hanno spiegato i giudici: mezzi diversi richiedono regole diverse, e le sanzioni saranno valutate caso per caso. La parte più sorprendente, però, è un’altra. Il Consiglio di Stato ha ricordato che il mezzo protagonista di questa storia è considerato a tutti gli effetti un veicolo dal Codice della Strada, proprio come un’auto. Ciò significa che, se lasciato su un marciapiede, può persino essere rimosso.
Sì, hai capito bene: non stiamo parlando di automobili o scooter, ma della bicicletta. Quel simbolo di mobilità dolce e sostenibile che, se legato al primo palo che capita, può trasformarsi nel parcheggio più caro della tua vita. La sentenza apre un precedente nazionale: le città dovranno dotarsi di più rastrelliere e spazi dedicati. La sostenibilità, spiegano gli esperti, non può prescindere dall’ordine urbano. La bicicletta è libera, sì, ma anche lei deve rispettare le regole. Le amministrazioni ora studiano nuove soluzioni urbane: spazi condivisi, design sostenibile e regole più chiare per una convivenza civile.
