Rivolta dei commercianti, nessuno accetta le banconote | La Banca d’Italia li appoggia pienamente
Rifiuto dei contanti (web) - Valsusanews.it
Un allarme silenzioso si sta diffondendo a macchia d’olio tra i registratori di cassa e gli sportelli di tutta Italia.
Sempre più esercenti e cassieri stanno opponendo un netto rifiuto a una forma di pagamento che credevamo intoccabile.
La situazione, in rapida crescita, sta creando momenti di tensione e confusione tra la clientela e gli operatori commerciali.
C’è una ragione molto specifica e, a quanto pare, molto grave, dietro questa inusuale “rivolta” contro il denaro contante.
Cosa sta succedendo al nostro denaro e perché la Banca d’Italia ha dovuto lanciare un avvertimento così perentorio?
Allarme lanciato da Bankitalia
Il fenomeno è strettamente collegato al crescente aumento degli assalti esplosivi ai bancomat e sta generando un’emergenza, in particolare in aree come la provincia Bat e la Capitanata. L’allarme è stato lanciato direttamente dalla Banca d’Italia con un avvertimento perentorio: “Non vanno accettate!” Le banconote sospette vengono segnalate quotidianamente dagli impiegati di banca, che le ritengono provento di furto. L’autorità monetaria ha pubblicato linee guida chiare per tutti gli operatori del contante, spiegando che l’accettazione di queste banconote macchiate non solo è rischiosa, ma espone dettaglianti e banche al rischio di “divenire così vittime di questi crimini”. L’obiettivo è duplice: ridurre il rischio di frode e rendere inutilizzabili i proventi delle attività criminali.
La Banca d’Italia chiarisce che il fenomeno riguarda le banconote “inchiostrate”, ovvero quelle macchiate volontariamente dai dispositivi antirapina chiamati “Intelligent Banknote Neutralisation Systems – IBNS”. Questi sistemi si attivano automaticamente quando gli ATM o i contenitori protetti per il trasporto delle banconote vengono forzati. L’inchiostro, che bagna le banconote e lascia tracce più evidenti sui bordi, ha colori prevalentemente utilizzati come viola, verde, blu, rosso o nero. L’obiettivo è neutralizzare il valore del denaro rubato. Sono in uso anche sistemi che incollano le banconote in modo da formare blocchetti impossibili da separare senza frammentarli.

Niente più banconote
I malviventi, nel tentativo di rendere nuovamente spendibili le banconote rubate, tentano spesso di eliminare le tracce di inchiostro utilizzando sostanze chimiche. Tuttavia, questo processo è controproducente. L’uso di acidi o solventi provoca reazioni che non solo possono far cambiare colore all’inchiostro, ma anche alterare i colori originali della banconota, arrivando persino a danneggiare o far scomparire alcuni elementi di sicurezza. Per questo motivo, la presenza di macchie di inchiostro, anche se sfumate o alterate, è un segnale quasi certo che la banconota è di origine illecita e, soprattutto, non può più essere considerata moneta legale e valida per gli scambi. È in base a queste linee guida che i commercianti stanno attuando una “rivolta” pienamente supportata dalle istituzioni.
Quindi, i commercianti non stanno rifiutando il contante in generale, ma solo le banconote rubate e segnate con inchiostro indelebile. L’allarme lanciato dalla Banca d’Italia non è contro il denaro fisico, ma contro il denaro sporco, letteralmente, frutto di assalti e furti. Le banconote macchiate con inchiostro indelebile sono, quasi certamente, provento di furto e l’ordine perentorio per tutti gli operatori è di non accettarle né ritirarle per non diventare complici, involontari, della criminalità organizzata.
