Putin attacca l’Europa, il drammatico annuncio in diretta Tv: scoppia il panico | Chi viene chiamato alle armi in Italia

Putin (web) - Valsusanews.it
L’allarme di un attacco da Parte della Russia è risuonato in Europa e ha fatto tremare le fondamenta della sicurezza globale.
Un annuncio inatteso, un grido d’allarme lanciato da una delle figure più autorevoli dell’Alleanza atlantica.
Le telecamere si sono accese su uno scenario inquietante, che ha tenuto milioni di persone con il fiato sospeso.
È un avvertimento diretto, un messaggio che non ammette fraintendimenti e che ha generato il panico.
Un’ombra che ci porta a interrogarci: siamo davvero pronti ad affrontare una nuova guerra mondiale?
L’annuncio che scuote la NATO
L’allarme è stato lanciato dal generale britannico Richard Shirreff, ex vice comandante supremo alleato in Europa della NATO. Secondo la sua analisi, Mosca, forse con il sostegno di Pechino, sarebbe in grado di travolgere l’Europa in soli cinque giorni. Una rapidità che la NATO non riuscirebbe a eguagliare, impiegando troppo tempo a reagire e a inviare rinforzi. Questo scenario, che sembra distopico, trova un riscontro nei fatti recenti che hanno messo in luce la fragilità dei confini orientali dell’Alleanza. Le notizie delle ultime ore sono preoccupanti: un cyberattacco ha paralizzato gli aeroporti europei e si è verificata una gravissima incursione aerea di tre MiG-31 russi nello spazio aereo dell’Unione. Solo l’intervento di due F-35 italiani decollati dall’Estonia ha evitato il peggio, fermando i jet russi. Un episodio che il Cremlino nega, ma che mette in luce la debolezza dei nostri confini e l’importanza strategica dell’Italia.
Il drammatico annuncio di Putin si è manifestato in queste azioni aggressive che hanno riacceso il dibattito sulla leva obbligatoria. I recenti conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, con l’escalation tra Iran e Israele, hanno spinto i Paesi NATO a interrogarsi sulla loro preparazione militare. Se un membro dell’Alleanza dovesse essere attaccato, anche l’Italia sarebbe chiamata a rispondere, come previsto dall’articolo 5 della NATO. Ma chi verrebbe chiamato alle armi nel nostro Paese? L’articolo 11 della Costituzione ripudia la guerra, ma il successivo articolo 78 stabilisce che le Camere possono dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per intervenire.
Chi verrebbe chiamato alle armi
La chiamata alle armi non può essere rifiutata, poiché la Costituzione afferma che la “difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. I primi a essere mobilitati sarebbero gli appartenenti alle forze armate come Esercito, Marina, Aeronautica militare, Carabinieri e Guardia di Finanza. A seguire, verrebbero richiamati tutti gli ex militari che hanno lasciato le Forze Armate da meno di cinque anni.
Solo in caso di estrema necessità verrebbero coinvolti i civili, in particolare tutti i cittadini idonei, tra i 18 e i 45 anni. In questo contesto, alcuni partiti politici hanno proposto di reintrodurre una forma di leva, ma il dibattito è ancora aperto, anche per i costi elevati che l’operazione comporterebbe.